Le Ricorrenze

La festa della Madonna di Loreto

Festa della Madonna“Aspettando tutto l’anno l’ultima domenica di maggio e il lunedì e il martedì successivi; incominciano ad aspettarli alla conclusione della festa dell’anno precedente con un’ansia progressiva e con l’impegno più volte rinnovato a ritrovarsi insieme per onorare la Madonna di Loreto e per inginocchiarsi davanti alla sua statua. E’ un’attesa condivisa da tutti i torinesi e sentita in maniera direttamente proporzionale alla distanza dal luogo di residenza dal loro paese d’origine. Ma è vissuta anche dalle popolazioni limitrofe e da quanti hanno avuto esperienza dell’intensità dell’amore manifestato per la Madonna di Loreto da tutti i Torinesi. Dalla seconda decade di maggio cominciano i primi rientri: sono Torinesi che tornano dalle diverse città italiane; dalle lontane Americhe; dal Canada; dalla lontana Australia; dalla Germania; dalla Francia; dall’Inghilterra; e da tutte le parti del mondo. Sono animati dallo struggente desiderio di riabbracciare con lo sguardo degli occhi e del cuore, ed anche fisicamente, la loro “Mamma Celeste” alle quali affidano tutti i loro problemi, tutte le loro ansie e dalla quale attendono con grande fiducia grazie ed aiuti speciali. Il paese si rianima, si ravviva: si intrecciano saluti, strette di mano, abbracci; espressioni di gioia per l’essersi rincontrati, e rammarico per quelli che non possono più tornare…o che non hanno ritrovato... Questa animazione che cresce ogni giorno di più, raggiunge il suo acme l’ultima domenica di maggio. Dalla mattina si sente nell’aria che c’è qualcosa di grande che sta per accadere: l’apparizione della “Madonna”, tutta rivestita di oro, nel suo trono rilucente. Dalla mattina la statua viene tolta dalla nicchia e deposta in sagrestia dove alcune pie donne, oltre a rivestirla con lo splendido abito ricamato in oro, la ricoprono letteralmente dei mille oggetti d’oro che rappresentano la testimonianza concreta delle mille e mille grazie che la Madonna di Loreto ha ottenuto dal suo diletto Figlio a vantaggio dei mille e mille figli terreni che a Lei dono devoti. Nel pomeriggio la chiesa a Lei dedicata si riempie inverosimilmente, manifestandosi del tutto inadeguata a tanta fede. Lucernario della MadonnaAd un certo punto, la “Madonna” si affaccia da dietro l’altare, portata a mano dai componenti il comitato dei festeggiamenti, e, tutta brillante nella sua veste d’oro, viene deposta nel trono formato da quattro colonne sormontate da una grande corona di pregevole fattura, dono di fede degli antichi Torinesi emigrati in America. Il momento è solenne e commovente: mentre il coro e tutto il popolo cantano l’inno della novena dedicata a Lei, tu senti un brivido che ti scende lungo la schiena, qualcosa che ti commuove le viscere: senti che la "Mamma Celeste" ti è vicina e ti chiede di aprirle il tuo cuore perché Lei è pronta ad aprirti il suo ed a trovare la giusta soluzione per ogni affanno. Nel passato le invocazioni erano urlate letteralmente; oggi sono espresse con la stesa intensità, ma nell’intimo, senza strepiti, e i volti di tutti, volti che esprimono grandissima commozione, ne sono testimonianza: Iniziano i turni di presenza davanti alla statua della “Madonna”, che non viene lasciata mai sola. La veglia dura tuta la notte. Al mattino del lunedì nel paese c’è aria di gran festa. La banda (una tra le migliori) rallegra con le note delle marce più impegnative l’animo dei cittadini. Si avvicina il momento più importante: quello della processione per le vie del paese. Davanti alla chiesa si riuniscono i vari gruppi che desiderano portare a spalla la “Madonna” sul suo trono. Si fa un’asta, alla fine della quale ha l’onore di “portare” la “Madonna” il gruppo che ha fatto la maggiore offerta. Inizia la processione. Davanti alla statua camminano due lunghissime file di persone in preghiera; ad una decina di metri uno stuolo di bimbi piccini vestiti da angioletti; poi tutti quelli che hanno fatto la Prima Comunione in vesti bianche; infine il coro. Dietro la statua i sacerdoti, le autorità ed una folla di gente lunga centinaia di metri che segue con raccoglimento la “Madonna” coperta col suo manto rosso che di tanto in tanto si gonfia al soffio del vento, quasi a diventare cosa viva. I balconi sono ornati a festa: le migliori coperte fatte di sete e merletti dai colori variopinti vengono esposte quasi a gara tra le diverse padrone di casa. Una parte della banda suona l’inno alla “Madonna di Loreto” composto tanto tempo fa dal nostro concittadino maestro di musica Giuseppe Torrebruno; canta questo inno tutto il popolo di Torino di Sangro con uno slancio che raramente si riscontra in altri canti: veramente il canto di questa occasione è preghiera e scaturisce dal profondo del cuore. Le parole, poi, scritte nel passato dal Rev.do don Beniamino Carusi, fanno vibrare l’animo di tutti i Torinesi perché parlano del loro rapporto di fede con la “Madonna di Loreto”; è un colloquio intimo tra ogni figlio e la sua “Mamma”. E la processione procede per le vie del paese tra una pioggia di petali di rose che scende giù da ogni balcone. Assiepata ai lati della strada una gran folla di persone; tutte guardano il volto bellissimo della “Madre Celeste”; guardano il suo sguardo dolcissimo che ha dell’infinito, del trascendente e parla direttamente al cuore. Anche quelli che ostentano incredulità, in quel momento chinano il capo in segno di riverenza e si segnano col segno della croce. Passando sotto il campanile della chiesa maggiore si assiste ad uno spettacolo inconsueto: dal campanone che suona a distesa piovono nuvole di petali di rose facendo vivere tutti in un’atmosfera irreale, paradisiaca. La processione volge al termine: una gran folla di persone sale sui tanti gradini della chiesa, rivolte verso la “Madonna” che guarda alla chiesa prima di rientrare; tutte intonano il canto: “ a te con questi fiori ascenda il nostro amor….” E nell’attimo stesso in cui queste parole vengono pronunciate tutte innalzano verso il cielo un fiore, ed è uno spettacolo veramente commovente e carico di fede. Terminata la santa messa, hanno inizio gli spari che sono eccezionali e sono incendiati dalle migliori ditte specializzate. Nel pomeriggio c’è uno spettacolo non comune: dalla cassa armonica, posta nella piazza principale del paese, ha inizio la vendita all’asta dei tanti “donativi” offerti dalla gente in onore della “Madonna”. Si tratta di pietanze succulenti: ventricine, polli arrosti, formaggi, conigli arrostiti, porchetta, salami, dolci di ogni specie; il tutto annaffiato da ricchi bottiglioni di vino locale veramente buono. E tutto questo ben di Dio viene consumato sui tanti tavoli disposti nella piazza. La sera la banda rallegra con pezzi di musica operistica e sinfonica, opportunamente scelti, l’attento pubblico che è considerato grande intenditore, date le tradizioni musicali molto radicate nel paese. Al termine, fuochi d’artificio che accendono il cielo di mille colori con la creazione di mille disegni fantasmagorici che durano pochi istanti ma riempiono l’animo di un grande godimento di fronte a quello spettacolo irreale. Intanto nella notte la veglia continua nella chiesa. Il giorno dopo, martedì, si aspetta la sera, quando la “Madonna” (tolti gli ori e rivestita dell’abito normale) viene riposta nella nicchia. La chiesa è gremita come quando la “Madonna” è “scesa” nel trono. Si canta con fede profonda l’inno della novena e tutti ancora con gli occhi lucidi di pianto si raccomandano a Lei per vere assistenza e aiuto in ogni momento della vita. Terminata la santa messa, tutti trascorrono la serata all’ascolto di un’orchestra di musica leggera opportunamente scelta dal comitato feste. A conclusione della serata, di nuovo spari e fuochi d’artificio che adornano il cielo con mille fiori colorati ed evanescenti, e poi tutti a casa. Si comincia ad aspettare la festa dell’anno prossimo fra speranze di ritrovarsi ancora insieme e voti augurali. (Scritto dal maestro Rocco Pezzella e pubblicato sull’Amico del Popolo il 30 maggio 1999).

La festa in una descrizione del 1957 di Domenico Priori

La festa della “Madonna di Loreto è stata anche ben descritta sul libro “di Domenico Priori (C.E.T. Lanciano 1957)“. La festa che un tempo cominciava nel giorno di Pentecoste, (in ricordo dell’arrivo della prima statua in legno a Torino di Sangro) e ora inizia l’ultima domenica di maggio – è una solenne apoteosi di fede, una glorificazione indimenticabile”. Alle nove circa escono varie donne recanti sul capo grosse staia di vimini ricolmi di “taralli” benedetti. Quella che precede porta nello staio un quadretto con l’effigie della Madonna. Fanno così il giro del paese, seguite dalla banda musicale e tra l’incessante squillare a festa delle campane, mentre alcuni deputati distribuiscono a tutte le case i tradizionali taralli. Una folla commossa e devota si raduna nella chiesa verso le cinque pomeridiane, quando cioè “scende la Madonna “, per usare l’espressione popolare. Però per l’occasione la Madonna è stata già scesa dalla nicchia” e alcune devote le hanno messo la bella veste di candidi veli intessuta di laminette d’argento, con ricami d’oro sul davanti e il manto rosso, ornandola di tutti gli ori votivi, i quali sono attaccati a fili d’argento fermati alla veste, e in tale quantità che la parte anteriore della statua ne resta letteralmente coperta. La statua è bellissima. La Madonna ha il volto parlante, gli occhi belli pieni d’amore, uno sguardo così dolce che ispira una bontà calma e pura (…). Dalla mistica penombra della sagrestia, la Madonna esce, tra il suono delle campane e della banda e lo sparo delle bombe - carta, per essere collocata nella chiesa sul trono innanzi ai devoti aspettanti. L’apparizione suscita un brivido di commozione, un delirio d’incontenibile passione. La folla dei devoti, che gremisce la chiesa fino all’inverosimile e si assiepa anche fuori, vicino alle porte, tace; ogni clamore cessa come d’incanto, e all’approssimarsi del momento solenne, essa contiene in un composto silenzio l’attesa febbrile, trattenendo quasi il respiro. Ma quando appare la Madonna, allora il popolo dà libero sfogo alla commozione non più contenibile. Si nota da principio nella massa compatta dei fedeli un movimento come di marea fluttuante, segue uno scoppio improvviso di pianto, un agitare di braccia, un invocare appassionato. Quello che hanno fatto un voto o ottenuto qualche grazia, offrono alla Madonna gli oggetti promessi; le madri levano in alto sulle braccia i bimbi e li tendono a Lei come in un’offerta di amore e di fede; i malati mostrano le piaghe e i mali onde sono afflitti, e tutti pregano e implorano con un esigente ed imperioso amore (…). Le note dell’organo e della banda musicale si sposano al canto delle litanie, mentre le preghiere raggiungono accenti inesprimibili. Tutti pregano la bella Madonna imprecando dalla sua dolcezza il perdono dei falli, la medicina dei mali fisici e morali, la felicità, l’amore. E sembra quasi ch’ella con la sua dolce espressione interceda pietosa, presso il figlio che ha in braccio, in favore di tanti derelitti e infelici che si rivolgono a Lei come madre di grazia e di purezza, e anche come sorella nel dolore la pregano di sopportare le sventure e risollevarsi da esse. Raccontano i vecchi del paese che molti anni fa, nel giorno in cui la statua della Madonna era esposta alla venerazione dei fedeli, mentre suonava la banda, molte mamme portavano tre volte in giro per la chiesa i loro bimbi, facendoli ballonzolare sulle braccia secondo il tempo della musica, e poi li accostavano all’altare, dando una candela o deponendo qualche soldo nel vassoio. I balconi e le finestre, nel giorno seguente, sono stati pavesati con drappi, coperte, tappeti multicolori, che si gonfiano ed ondeggiano sotto i buffi leggeri dell’aria (…) Sui davanzali sono canestri pieni di petali, che saranno gettati a piene mani sulla Madre del Divino Amore. La processione si forma nella Chiesa della Madonna e comincia a sfilare lentamente per le vie… Fino a vent’anni fa seguivano la processione anche le staia dei molteplici doni, e fino a quarant’anni fa anche i cavalli, adorni di gualdrappe e nastri, portanti i sacchi del grano offerto. Ma gli occhi di tutti sono alla Madonna, che avanza sul suo trono, scintillante delle gemme degli ori votivi. Ella sostiene col braccio sinistro il Bambino Gesù, anch’egli colmo di doni votivi, e regge sulla destra lo scettro d’oro, ha la corona sul capo, piena di maestà regale nel volto… dappertutto nell’aria è una nebbia di petali di rose e di gigli fioriti nella dolcezza e nella morbidezza del maggio odoroso. Dappertutto scende l’omaggio profumato e appassionato della pioggia dei petali; ed Ella “umile in tanta gloria” passa tra gli osanna e i singhiozzi della folla, passa reggendo il dolce peso del suo Bambino che sgrana gli occhi vivi, lumini e ridenti verso sconfinati orizzonti celesti, a cui non arriva il pensiero umano. Come è bella la nostra Madonna!In Tempi di calamità, e specie durante le ultime guerre che strapparono tanti giovani “ai santi aratri, ai vecchi padri aspettanti, alle fiorenti mogli”, quando passava la Madonna v’erano scene strazianti e brividi di commozione difficili a descrivere. Donne scarmigliate e piangenti gridavano con accento accorato: Facci la grazia, Madonna, facci la grazia! E poi le voci di pianto, le grida, i singhiozzi, le preghiere si fondevano in un solo grido lacerante, in un gemito lungo così doloroso che stringeva tutti i cuori… Madonna fammi la grazia; fammi la grazia, Madonna! Al suo passaggio la commozione generale si accentua: tutti pregano la Vergine Santa perché essendo “di speranza fontana vivace” faccia verdeggiare in Lei le nostre speranze, e consoli e mandi nelle nostre anime un po’ della sua fragranza celeste… Il pittoresco corteo si snoda lentamente per le vie del paese fra le preci commosse della folla devota, fino a che, dopo un nutrito sparo di bombe, la sacra Immagine viene riportata nella Chiesa.”

La festa del 10 Dicembre

Il miracolo della traslazione della Santa Casa della Madonna di Loreto, viene festeggiato il 10 dicembre. Rappresenta la festa più caratteristica e la si fa risalire a tempi lontanissimi. La notte del nove, dal mare, parte una fiaccolata animata da tutti coloro devoti alla “MADONNA” che per l’occasione si radunano e percorrono a piedi circa 8 Km., per arrivare intorno a mezzanotte in paese. Da qui inizia la veglia nella Chiesa della “Madonna di Loreto”. Alle cinque del mattino successivo, una folla è radunata alla porta della Chiesa dove, accompagnato dalla banda, un torinese canta “La mattinata” o “Viso-adorno” versi in onore della Vergine. Successivamente viene eseguita la “Pastorale” che viene ascoltata in assoluto silenzio e commozione da parte di tutti. Quindi i suonatori girano tutto il paese per portare “ il buongiorno” alle autorità e soffermandosi di tanto in tanto per dare il saluto augurale al vicinato. Ogni famiglia riceve un “tarallo” benedetto (tradizione questa antichissima, fa ricordare i pani sacri, che nei primi tempi del Cristianesimo erano distribuiti ai credenti che avevano ascoltato la messa). La sera “Nella piazzetta della Madonna” si accende un grande fuoco e si distribuiscono le “scrippelle” accompagnate dal vino. Intanto la legna raccolta durante la giornata, viene venduta all’asta al miglior offerente e il ricavato va al comitato festa per compensare le spese sostenute. Non mancano i fuochi d’artificio. Il fuoco, secondo la tradizione, ricorda le fiaccole che illuminavano la Santa Casa quando, scortata dagli Angeli, attraversò il mare per arrivare a Loreto.

Tratto dal libro di Tortella Maria Rosaria "Breve storia di Torino di Sangro dal 1800 al 2000".